Il polpettone è uno di quei piatti a cui non so dire di no. Specie il giorno dopo, quando, riscaldato, è ancora più buono. Come sempre, quando lo fa mia mamma è molto più buono, ma credo che la ragione risieda anche nel principio che quando non si cucina e si appoggia giusto il sedere sulla sedia spinta sotto il tavolo, tutto sia molto più buono rispetto a quando si cucina da sè quello che si mangia.Mi piace però fare il polpettone, perchè anche se si tratta di un piatto salato, prevede una preparazione precisa e meticolosa, più o meno come quando si fa un dolce.
Ingredienti
400 g di carne trita
1 uovo
abbondante parmigiano
1 panino della dimensione di un farinello o francesino
2 zucchine piccole
2 carote
4 sottilette
80 g di philadelphia
pangrattato q.b.
sale q.b.
6 patate grosse o 10 piccole
2 rametti di rosmarino
vino bianco q.b.
olio extravergine d'oliva q.b.
Preparazione
Amalgamate per bene la carne trita con il pane precedentemente ammollato nell'acqua e strizzato per bene, l'uovo, il parmigiano ed il sale.
Una volta realizzato questo impasto, stendetelo su carta da forno andando a creare un bel rettangolo (non fatelo troppo sottile, sennò il ripieno poi non regge e straripa!).
In mezzo stendete le sottolitte, quindi distribuite in modo omogeneo le zucchine e le carote mondate, grattuggiate alla julienne e che in precedenza avrete anche salato ed infine fate a tocchettini il philadelphia (o se preferite potete anche utilizzare della ricotta) su tutta la superficie del ripieno. Aiutandovi con la carta da forno, avvicinate i due estremi del rettangolo di carne e sigillate per bene in tutti i punti il polpettone con i polpastrelli. Mi raccomando a non lasciare buchini, sennò il ripeno esce. Spolverizzate la superficie del polpettone con pangrattato e passateci sopra un filo d'olio. Trasferite in una teglia/pirofila il polpettone, ovviamente con la carta da forno su cui è appoggiato compresa.
A parte pulite le patate, tagliatele come preferite (da quest'estate in Portogallo mi piace farle sempre a rondelle!), trasferitele in una ciotola, conditele con sale, gli aghi del rosmarino, olio ed un paio di cucchiai di vino bianco e mischiate. Lasciate che per un cinque minuti le patate assorbano i liquidi e gli aromi. Dopodichè, distribuite un po' a destra, un po' a sinistra del polpettone le patate. Il liquidino che rimarrà nella ciotola, non buttatelo, versatene un po' sulle patate. Infine, infornate in forno già caldo a 200° fino a che non sarà cotto (circa un 40/45 minuti, di solito quando le patate sono cotte, è cotto anche il polpettone).

Giusto per non smentirmi, anche questa mattina mi sono svegliata alle 5... dopo essermi rigirata per più e più volte nel mio letto, ho ripensato alle parole che mi ha detto il mio ortopedico giovedì scorso: "non dormi perchè la parte ortosimpatica sel tuo sistema nervoso rimane attiva, devi stancarla, se ti svegli, leggi qualcosa oppure fai dieci flessioni..." Ora: non potendo fare flessioni viste le condizioni della mia schiena e non avendo la menchè minima voglia di mettermi a leggere, ho pensato bene che impastare qualcosa potesse essere la soluzione adatta a me! E quindi, quatta quatta per non svegliare nessuno, mi sono alzata e mi sono rinchiusa in cucina. Questa treccia mi ero proposta di farla al più presto. 

Come probabilmente avrete intuito, pur rappresentando la seconda generazione di nati a Milano in famiglia, le mie origini sono del profondo sud. I miei nonni materni sono pugliesi, e questa per me è sempre stata una manna dal cielo, la mia nonnina è detentrice di non sapete quante ricette succulente. Detentrice nel vero senso della parola, vi assicuro che non è facile farle rivelare una ricetta. Un po' perchè non vuole (un sacco di volte mi ha passato ricette fasulle od indicazioni sbagliate), un po' perchè da vera cuoca casalinga, lei cucina ad occhio, mentre io per un sacco di cose, se non ho una fida bilancia sono perduta! Ad ogni modo, mi piace un sacco fare la pasta fatta in casa, e le orecchiette sono la mia grande passione. Queste mia nonna mi ha insegnato a farle a regola d'arte (o quasi, di sicuro non sono rapida quanto lo è lei nel prepararle!). Sin da bambina mi mettevo lì con lei e che mi faceva impastare piccoli pezzi di pasta... Ammetto che non siano facililssime da fare (mia mamma per esempio non le riesce proprio a fare), ma se imparate e vi vengono... beh, sono una soddisfazione! Se poi avete un ragazzo piemontese che se ne mangerebbe a bidonate, il tutto diventa ancora più gratificante! Provo a spiegarvi il procedimento.



Proseguendo dopo il BarLume in direzione Laigueglia, trovate un altro bel localino, 









