mercoledì 31 marzo 2010

Il polpettone!

Il polpettone è uno di quei piatti a cui non so dire di no. Specie il giorno dopo, quando, riscaldato, è ancora più buono. Come sempre, quando lo fa mia mamma è molto più buono, ma credo che la ragione risieda anche nel principio che quando non si cucina e si appoggia giusto il sedere sulla sedia spinta sotto il tavolo, tutto sia molto più buono rispetto a quando si cucina da sè quello che si mangia.
Mi piace però fare il polpettone, perchè anche se si tratta di un piatto salato, prevede una preparazione precisa e meticolosa, più o meno come quando si fa un dolce.
Ingredienti
400 g di carne trita
1 uovo
abbondante parmigiano
1 panino della dimensione di un farinello o francesino
2 zucchine piccole
2 carote
4 sottilette
80 g di philadelphia
pangrattato q.b.
sale q.b.
6 patate grosse o 10 piccole
2 rametti di rosmarino
vino bianco q.b.
olio extravergine d'oliva q.b.
Preparazione
Amalgamate per bene la carne trita con il pane precedentemente ammollato nell'acqua e strizzato per bene, l'uovo, il parmigiano ed il sale.
Una volta realizzato questo impasto, stendetelo su carta da forno andando a creare un bel rettangolo (non fatelo troppo sottile, sennò il ripieno poi non regge e straripa!).
In mezzo stendete le sottolitte, quindi distribuite in modo omogeneo le zucchine e le carote mondate, grattuggiate alla julienne e che in precedenza avrete anche salato ed infine fate a tocchettini il philadelphia (o se preferite potete anche utilizzare della ricotta) su tutta la superficie del ripieno. Aiutandovi con la carta da forno, avvicinate i due estremi del rettangolo di carne e sigillate per bene in tutti i punti il polpettone con i polpastrelli. Mi raccomando a non lasciare buchini, sennò il ripeno esce. Spolverizzate la superficie del polpettone con pangrattato e passateci sopra un filo d'olio. Trasferite in una teglia/pirofila il polpettone, ovviamente con la carta da forno su cui è appoggiato compresa.
A parte pulite le patate, tagliatele come preferite (da quest'estate in Portogallo mi piace farle sempre a rondelle!), trasferitele in una ciotola, conditele con sale, gli aghi del rosmarino, olio ed un paio di cucchiai di vino bianco e mischiate. Lasciate che per un cinque minuti le patate assorbano i liquidi e gli aromi. Dopodichè, distribuite un po' a destra, un po' a sinistra del polpettone le patate. Il liquidino che rimarrà nella ciotola, non buttatelo, versatene un po' sulle patate. Infine, infornate in forno già caldo a 200° fino a che non sarà cotto (circa un 40/45 minuti, di solito quando le patate sono cotte, è cotto anche il polpettone).

martedì 30 marzo 2010

Plumcake rotondi


Domenica sera, dopo un pomeriggio passato a zonzo godendomi i primi veri raggi di sole, ho pensato di preparare qualcosa di buono per cominciare bene la settimana. E così, un po' per caso, sono nati questi aspiranti plum cake... aspiranti perché non ho gli stampini da plum cake ma solo da muffin!!
La ricetta è andata via via modificandosi durante la preparazione, e così è stato anche per la forma visto che ero partita con l'idea di fare un plum cake gigante e mi sono trovata a riempire dei mini stampini.

Ingredienti:
180 gr di farina per dolci con lievito
150 gr di zucchero
2 uova
1 vasetto di yogurt all'albicocca
1 pizzico di sale
1/2 cucchiaino di cannella
1 una punta di cucchiaino di zenzero
1 bustina di vanillina
40 gr di olio (ho preferito utilizzare quello di oliva e ne ho messo poco, potete sostituirlo con 50 gr di burro)

Montare a neve gli albumi aggiungendo lo zucchero un poco alla volta. Aggiungere la farina setacciata e amalgamare bene. Unire i due tuorli, il sale, la vanillina e le altre spezie, l'olio, lo yogurt e amalgamare bene. L'impasto non deve essere lavorato a lungo.
Riempire le formine ed cuocere in forno già caldo a 180° per una ventina di minuti.

Ancora tiepidi sono veramente deliziosi, e infatti, stamattina (ma ormai era troppo tardi) mi è venuto in mente che avrei potuto fagli prendere lo shock termico come si fa con le madeleines e infornarli appena sveglia...



lunedì 29 marzo 2010

Tortino di patate

Potremmo chiamarlo alla francese, gateau di patate, invece ci piace di più chiamarlo torta. Anche perchè il mio tortino di patate è molto più leggero, considerato il fatto che non prevede uova. Volevo fare le crocchette di patate, poi in realtà la voglia di friggere è venuta meno ed avendo già messo a cuocere le patate (rigorosamente nella pentola a pressione!!) alla fine ho fatto la torta, che è molto più veloce.Faccio una premessa: purtroppo ho fatto tutto ad occhio, cerco di quantificare più o meno gli ingredienti, ma se la rifate, oltre alle mie dosi fate anche voi un po' ad occhio!!

Ingredienti
8 papate di medie dimensioni
150 g di formaggio tipo valtellina o galbanino
1 confezione di prosciutto cotto a dadini
parmigiano (circa 7 cucchiai)
100 ml di latte
3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale q.b.noce moscata q.b.
pangrattato q.b.

Preparazione
Sbucciate, lavate, fate a tocchetti le patate e fatele cuocere nella pentola a pressione per 20 minuti, oppure farle bollire per 40 minuti.
Una volta cotte le patate, schiacchiatele per bene con lo schiacchiapatate oppure con una forchetta. Unite ed amalgamate il latte, quindi il parmigiano grattuggiato (all'incirca un 4/5 cucchiai) e tenetene da parte un po' per spolverare la torta prima di infornarla. Poi aggiungete il formaggio fatto a piccoli dadini, il prosciutto, il sale ed una grattata di noce moscata.
Amalgamate il tutto per bene. Versate in modo omogeneo due cucchiai di olio in una pirofila e spolverizzate con un pochino di pangrattato, in modo che tutta la base sia spolverizzata (per non far attaccare in forno la torta).
Versate il composto, livellatelo con una spatola od una forchetta, bagnatelo uniformemente con un solo cucchiaio di olio (non di più, sennò la torta verrà troppo unta!) e spolverizzate con il parmigiano rimasto ed un altro po' di pangrattato. Infornate in forno già caldo a 200° per circa 4o minuti, o comunque fino a che la superficie non si dorerà per bene.


sabato 27 marzo 2010

Treccia pasquale

Giusto per non smentirmi, anche questa mattina mi sono svegliata alle 5... dopo essermi rigirata per più e più volte nel mio letto, ho ripensato alle parole che mi ha detto il mio ortopedico giovedì scorso: "non dormi perchè la parte ortosimpatica sel tuo sistema nervoso rimane attiva, devi stancarla, se ti svegli, leggi qualcosa oppure fai dieci flessioni..." Ora: non potendo fare flessioni viste le condizioni della mia schiena e non avendo la menchè minima voglia di mettermi a leggere, ho pensato bene che impastare qualcosa potesse essere la soluzione adatta a me! E quindi, quatta quatta per non svegliare nessuno, mi sono alzata e mi sono rinchiusa in cucina. Questa treccia mi ero proposta di farla al più presto.
La ricetta è presa dall'ultimo numero della Cucina del Corriere della Sera. Ne approfitto per ringraziare moltissimo Paolo, fornitore ufficiale di questo spettacolare giornale, che ogni mese me ne fa sempre recapitare una copia: grazie mille Paolo!!
Dicevo: la treccia, sì. Ottima soluzione per un lavoro alle prime luci dell'alba, specie per ammortizzare i tempi della lievitazione. Per come sono conciata poi, questa treccia è stata ottima da fare, non prevede nemmeno un prolungato impasto. Ho modifcato qualcosina rispetto alla ricetta originale. Devo giusto fare un appunto: il lievito, il cui sapore si sento molto, forse sarebbe stato sufficiente metterne meno. Devo trovare comunque alternative al lievito di birra (che non sia il lievito madre!) e poi vi faccio sapere...
Ingredienti
250 g di farina 00
50 g di farina manitoba
120 ml di latte
7 g di fior di sale
50 g di zucchero
28 g di lievito di birra (anche se credo che un panetto sia più che sufficiente)
albume per spennellare
granella di zucchero

Procedimento
Fate sciogliere nel latte tiepido il sale, lo zucchero ed il lievito.
Setacciate le farine, trasferitele in una bastardella, fate il classico buco in mezzo e versateci l'intruglio appena preparato con il latte. Mescolate prima aiutandovi con un cucchiaio, poi mettete il tutto insieme con una mano. Lavorate per bene la pasta, poi formate una palla, incidete con un coltello un X profonda in superficie, e lasciate la palla di pane nella bastardella. Prendete un canovaccio, inumiditelo con dell'acqua, strizzatelo per bene, coprite quindi la superficie della palla e fatela riposare al caldo. Passate due ore, prendete l'impasto, rilavoratelo un attimo con le mani, dividetelo in tre parti, e con ciascuna delle quali create delle bisciolone. A questo punto, intrecciatele tra di loro e lasciate nuovamente riposare la pasta per circa un paio d'ore, lieviterà nuovamente. Infine, prima di infornare in forno già caldo a 200° dove lascerete cuocere la treccia per 20 minuti, spennellate la superficie con dell'albume, e distribuiteci sopra la granella di zucchero nella quantità che preferite.
Sfornate e lasciate raffreddare prima di mangiare. Questa treccia è ottima da mangiare con nutella o marmellata! Il sapore comunque è quello dei classici panini al latte.

venerdì 26 marzo 2010

Risotto mantecato con mascarpone e pepe rosa


Sicuramente quella di oggi non è una ricetta dietetica, ma dovevo assolutamente finire il barattolo di mascarpone che avevo in frigorifero e non volevo fare un dolce ... così sono andata a caccia di un'ispirazione nella blogosfera e sono arrivata su giallozafferano dove ho trovato questo goloso risotto.
Non ho seguito le dosi consigliate e soprattutto ho deciso che il burro era di troppo ...

Ingredienti (per due persone):
4 tazzine da caffè di riso per risotti (mia nonna lo misura sempre così e io non intendo cambiare metodo, se le persone sono più di 4 aggiungete una tazzina "per la padella")
2 cucchiai di mascarpone
1 scalogno
1 cucchiaino di pepe rosa in grani
olio
brodo vegetale qb
parmigiano grattugiato
vino bianco qb

Fate soffriggere lo scalogno, finemente tritato, in poco olio aggiungendo un po' di acqua per farlo appassire mantenendolo morbido. Quando lo scalogno è ben dorato aggiungete il riso e tostatelo per qualche istante, aggiungete quindi il vino bianco e fate sfumare. Aggiungete poco per volta il brodo vegetale e portate a cottura.
Mantecate con il mascarpone e il formaggio grattugiato.

A differenza di Paola cucino il risotto tassativamente in padelle dal bordo basso!

giovedì 25 marzo 2010

Ciambella variegata allo yogurt

"Devo pensare a cosa mangiare domani a colazione" - così disse mio fratello.
Io -"Che discorsi, basta chiedere! Cosa gradisci mio caro?"
Lui - "Mmh... non saprei..."
Io - " Brownies? Muffin?"
Lui - "Mmh... Una torta variegata..."
E ciambella variegata allo yogurt da colazione sia!
La ricetta è quella della torta allo yogurt, quella semplice semplice, le cui dosi si fanno utilizzando il vasetto dello yogurt. Potete usare la base della ricetta ed adattarla a vostro piacimento, magari aggiungendo delle mele o delle pere, oppure facendola tutta al cioccolato, oppure ancora mischiandoci dentro della marmellata o delle gocce di cioccolato. Questa è un'ottima base leggera leggera.

Ingredienti
125 g di yogurt magro
3 vasetti di farina
1 vasetto e mezzo di zucchero
più di mezzo vasetto di olio d'oliva o di semi di girasole
1 bustina di lievito
2 uova
1 pizzico di sale
1 pizzico di bicarbonato
10 g di cacao amaro
latte q.b.

Preparazione
In una bastardella, montate le uova con lo yogurt e lo zucchero. Quando il composto sarà aumentato di volume e sarà diventato bello chiaro, aggiungete l'olio, poi a poco a poco la farina setacciata con il lievito, il pizzico di sale e di bicarbonato e mischiare il tutto.
A questo punto, trasferite metà del composto in un'altra scodella, ed amalgamateci per bene il cacao. In ciascuna delle due parti di composto aggiungete se necessario del latte fino a che, sollevando la spatola con cui state mischiando, l'impasto non cadrà "scrivendo". L'obiettivo è che il composto non sia troppo duro (attenzione, nemmeno troppo liquido, denso al punto giusto, la pasta come dicevo prima, deve "scrivere" quando la si fa colare con la spatola).
Imburrare una tortiera antiaderente per ciambella da 24 cm, versare prima uno dei due composti in modo da riempire in modo omogeneo tutta la tortiera e poi versarci sopra con lo stesso metodo il secondo composto. Infornare in forno già caldo a 180° per 35 minuti circa. Ricordatevi di fare sempre la prova stuzzicadenti per accertarvi dell'effettiva cottura della torta, quindi sfornate!

mercoledì 24 marzo 2010

Orecchiette di farro con crema di zucchine

Come probabilmente avrete intuito, pur rappresentando la seconda generazione di nati a Milano in famiglia, le mie origini sono del profondo sud. I miei nonni materni sono pugliesi, e questa per me è sempre stata una manna dal cielo, la mia nonnina è detentrice di non sapete quante ricette succulente. Detentrice nel vero senso della parola, vi assicuro che non è facile farle rivelare una ricetta. Un po' perchè non vuole (un sacco di volte mi ha passato ricette fasulle od indicazioni sbagliate), un po' perchè da vera cuoca casalinga, lei cucina ad occhio, mentre io per un sacco di cose, se non ho una fida bilancia sono perduta! Ad ogni modo, mi piace un sacco fare la pasta fatta in casa, e le orecchiette sono la mia grande passione. Queste mia nonna mi ha insegnato a farle a regola d'arte (o quasi, di sicuro non sono rapida quanto lo è lei nel prepararle!). Sin da bambina mi mettevo lì con lei e che mi faceva impastare piccoli pezzi di pasta... Ammetto che non siano facililssime da fare (mia mamma per esempio non le riesce proprio a fare), ma se imparate e vi vengono... beh, sono una soddisfazione! Se poi avete un ragazzo piemontese che se ne mangerebbe a bidonate, il tutto diventa ancora più gratificante! Provo a spiegarvi il procedimento.

Ingredienti (per 4 persone)
250 g di farina integrale di farro
50 g di farina bianca 00
1 bicchiere scarso di acqua tiepida

Procedimento
Setacciate insieme le due farine e trasferitele in una bastardella capiente. Impastate aggiungendo a poco a poco l'acqua (la quantità d'acqua dipende dal tipo di farina che avete e da quanto assorbe). Impastate fino a che la pasta non sarà bella liscia ed elastica. Non deve essere assolutamente troppo secca.
A questo punto, estraete la spianatoia, infarinate leggermente ed uniformemente e tagliate dei pezzi di pasta poco alla volta. La pasta rimanente tenetela da parte nella bastardella e ricopritela con un canovaccio per non farla seccate. Con ciascun pezzo di pasta fate una bisciolina lunga, tipo salsicciotto, non troppo spessa (indicativamente il diametro deve essere di 1cm /1, 5cm). Disponete il salsicciotto sulla spianatoia in veritcale di fronte a voi e con un un coltello con il seghetto piuttosto smussato, tagliate un pezzetto per volta, della dimensione di un'unghia per intenderci, pigiate contestualmente il coltello sul pezzetto di pasta appena tagliato, strisciatelo, e con un movimento rapido, passatevelo in mano sul pollice, dandogli la sua forma.
Okay, mi rendo che non si dev'essere capito granchè... Per il momento prendetela così, la prossima volta farò in modo di avere qualcuno che mi scatti delle foto per ciascun passaggio, così capite meglio!

Veniamo al condimento della pasta.

Ingredienti (per 4 persone)
2 zucchine piccole
60 g di ricotta (o di qualsiasi altro formaggio morbido di vostra preferenza, tipo robiola e philadelphia)
pinoli
sale q.b.

Preparazione
Fate bollire le zucchine in acqua salata, scolatele quando saranno diventate belle morbite e passatele con un frullatore ad immersione. Aggiungete quindi la ricotta e mescolate ottenendo così una bella cremina.
Lessate la pasta (la pasta fatta in casa richiede una cottura inferiore, circa 5/6 minuti), scolatela, unite la crema di zucchine, guarnite con dei pinoli e servite. Molto delicata.

martedì 23 marzo 2010

Lingotto di mandorle e carote

Fate questa torta appena possibile, è strepitosa!! Non a caso è una ricetta di Pierre Hermé (anche se da me modificata qua e là). Un giorno, in pausa pranzo, mentre mi mangiavo la mia sana mela alla scrivania, stavo un po' cercando delle ricette di Pierre Hermé, fintanto che sul sito del Cavoletto non ho trovato questa, che è riportata dall'irrangiungibile librone di pasticceria del maestro, PH10. Da un po' di tempo mi frullava per la testa, ma sfortunatamente il mio sbattitore elettrico era passato a miglior vita. Sabato scorso però sono riuscita a recuparare quello vecchio che avevo portato a casa di Albi e la prima cosa che ho pensato di fare è stata questa favolosa torta! Vi riscrivo come l'ho fatta io, perchè sul sito del Cavoletto il procedimento relativo alla quantità di carote da fare a purea è un po' nebuloso e l'ho modificato. In effetti, la purea serve giusto per rendere bella arancione la torta, ma tanto arancione ci viene lo stesso, ergo, non complichiamoci la vita! Altra cosa che ho fatto, ho sostituito la quantità prevista di nocciole in mandorle.

Ingredienti
2 tuorli (40 g)
3 albumi (105 g)
120 g di mandorle
115 g di carote
la buccia di un'arancia
25 g di zucchero per i tuorli
35 g di zucchero per gli albumi
5 g di zucchero per le mandorle
35 g di farina
1 cucchiaino di lievito
una piccola presa di fior di sale

Procedimento
Tritate nel mixer le carote e mettetele da parte. Sulle carote, grattuggiate la scorza dell'arancia.
Sempre nel mixer, tritate con i 5 g di zucchero 100 g di mandorle e successivamente a parte i restanti 20 g in modo più grossolano. Trasferite tutte le mandorle tritate in un'altra ciotolina a parte.
Sbattete per bene i tuorli con lo zucchero fino a farli diventare bianchi.
In un altro recipiente montate a neve ferma gli albumi con un pizzico di sale. Una volta montati, aggiungete a poco a poco lo zucchero per realizzare la meringa all'italiana.
Mischiate delicatamente, con il classico movimento dall'alto verso il basso, la meringa ai tuorli.
Unite così in sequenza, sempre molto delicamente e con lo stesso movimento dall'alto verso il basso, le mandorle, le carote con la scorza dell'arancia, la farina ed il lievito setacciati, la piccola presa di fior di sale. Aggiungete gli ingredienti gradualmente, in modo che tutti si assorbano bene all'impasto.
Versate il composto ottenuto in una teglia da plum cake (io ho usato quella in silicone) e cuocete a 180° in forno già caldo per almeno 30 minuti. La torta è pronta quando la superficie si sarà dorata. Ad ogni modo, anche in questo caso, vige la regola dello stuzzicadente per accertarsi dell'effettiva cottura della torta.
Guardate qua che spettacolo di morbidezza, e senza nemmeno un goccio di olio o un grammo di burro!

lunedì 22 marzo 2010

Torta di zucchine, San Daniele e ricotta dura

Di ritorno da un bel week end fuori porta ho avuto la fantastica idea di invitare a cena una mia amica che non vedevo da qualche settimana, peccato che il frigo fosse semi deserto e le zucchine agonizzanti... il risultato di quella serata è questa delizioza variante della classica torta di zucchine.

Ingredienti:
1 rotolo di pasta sfoglia
3 zucchine
10 fettine sottili di San Daniele
60 g di ricotta dura
1 scalogno
1 uovo
olio extra vergine d'oliva
sale
pepe bianco

Grattuggiare una zucchina e affettare sottilmente le altre due. Far rosolare lo scalogno tritato in un filo d'olio e aggiungere le zucchine. Aggiustare di sale e pepe e portare a cottura aggiungendo un po' di acqua quando necessario.
Stendere la sfoglia in una teglia e bucherellare il fondo. Disporre sul fondo le fettine di prosciutto, tenendone da parte qualcuna per guarnire.
Aspettare che le zucchine si siano completamente raffreddate e unire l'uovo e la ricotta dura in scaglie. Riempire la sfoglia con il composto, guarnire con fettine di San Daniele rimaste ed infornare a 200° per 40 minuti circa.

domenica 21 marzo 2010

Macarons au chocolat de Chistophe Felder

Faccio una premessa, questa ricetta è quella giusta, insistete anche voi su questa!
L'ho fatta per due volte, vi riporto le relative storie e sviluppi...
Primo tentativo

"Paola, ho un po' di mandorle, cosa ne dici di fare insieme i biscotti?"
"Ma certo nonna, quelli che fai di solito tu, semplici semplici?"
"Ma no, non quelli! Dico quelli che hai fatto tu l'ultima volta, ripieni al cioccolato!"
"Ah, i macarons..."
"Ecco, quelli..."
Sono stata poco furba, avrei potuto farmi rivelare una ricetta in cambio di un vassoio di macarons, ma sono rimasta talmente soddisfatta dal fatto che i miei macarons avessero lasciato il segno nelle papille gustative di mia nonna che ho obbedito e li ho fatti con lei...
Già che c'ero, neanche a dirlo, ho provato una nuova ricetta, quella di Christophe Felder, esimio chef pasticcere dell'Hotel Crillon... Ho trovato infatti alla Hoepli il suo libro dedicato ai soli macarons (questo), e non mi sono proprio sentita di non comprarlo... Mi va bene una cosa tra l'altro, che sarò una capra a parlare in francese, che la Linda e la Flo non finiranno mai di prendermi in giro per come pronuncio "bonjour", ma almeno quando leggo capisco senza problemi l'80% di quello che c'è scritto, quindi non ho avuto grandi difficoltà nel seguire le indicazioni del buon Christophe.
Come sempre, visto l'esperimento ho fatto mezza dose, ma vi riporto la dose intera originale.
Ingredienti (per circa 40 macarons)
200g di farina di mandorle
200 g zucchero a velo
20 g di cacao
50 ml di acqua
200 g di zucchero semolato
due dosi da 75 g di albumi (circa 4 albumi in totale) a temperatura ambiente
Per la ganache
250ml di panna
250g di cioccolato fondente
Preparazione
Passate in un mixer per 30 secondi la farina di mandorle, lo zucchero a velo ed il cacao, in modo che si affinino ulteriormente e si amalgamino tra di loro.
Montate a neve fermissima 75 g di albume con un pizzico di sale. Nel mentre, fate sciogliere a fuoco medio in una casseruola l'acqua e lo zucchero semolato, amalgamando con una spatola. Una volta che lo sciroppo avrà raggiunto i 118° (ebbene sì, dovreste disporre di un termometro), versatelo a filo sul bordo del recipiente dove avete montato a neve gli albumi e andando avanti contestualmente a montare il tutto con lo sbattitore elettrico, andando ad ottenere così la meringa all'italiana. Continuando a sbattere la meringa, questa si raffredderà, verificatene la temperatura toccandola appena, deve esserre leggermente più calda delle vostre dita.
In un altro recipiente, versate passandolo al setaccio il misto di mandorle zucchero e cacao e versateci sopra gli altri 75g di albume. Mescolate per bene con una spatola rigida, fino a che non andrete ad ottenere una pasta di mandorle bella densa.
Incorporate quindi alla pasta di mandorle la meringa a piccole dosi con l'aiuto di una spatola ed amalgamate grattando il fondo ed il bordo del recipiente in modo da avere una preparazione omogenea, dalla consistenza semiliquida.
Trasferite il composto in un sac a poche (ho comprato quelli usa e getta, ve li consiglio, sono spettacolari!!) e su un foglio di carta da forno formate tanti bottoncini il più simili possibili gli uni agli altri.
Dopo aver completato lo spazio disponibile sulla placca da forno, picchiettatela da sotto energicamente con la mano in modo da far appiattire i macarons.
Infornate per 15 minuti circa in forno già caldo a 160°, quando però a metà cottura i macarons comincerano a prendere colore, girate la placca nel forno, in modo da rendere la cottura più omogenea per ciascun macarons. Sforante, lasciate compleatamente raffreddare su una griglia, ed uniteli a coppie riempendoli con la ganache (di cui trovate il procedimento per la realizzazione qui).

Secondo tentativo
Ieri era il compleanno della Barbara e domani vista l'occasione volevo portare i macarons in ufficio. Ne ho fatti una valanga, dose intera... E ve lo confesso: ero sinceramente commossa nel vedere a tutti la crosticina sul bordo!! E niente effetto craquelé!!

Il segreto è questo: realizzateli esattamente come vi ho indicato sopra, ma per avere la crosticina dovete
1- spruzzarli a mucchietti con il sac a poche e non facendo tanti cerchiolini come io e la Lindolina abbiamo sempre fatto
2- picchiettare con energia la base della teglia per fare aprire per bene i mucchietti
3- lasciarli indurire per una mezzora a temperatura ambiente prima di infornarli.

Non sono bellissimi???

venerdì 19 marzo 2010

Alassio e dintorni

Alassio è uno dei miei posti preferiti. Ogni volta che annuncio un weekend invernale o estivo alassino, puntualmente c'è chi mi dice "che palle, vai sempre lì "... Ma a me piace un sacco, è talmente familiare ormai, talmente riposante, è un po' come quando vado a Parigi, mi sembra di tornare a casa ogni volta. Per fortuna lo stesso discorso vale per Alberto e per i miei, quindi o con lui o con loro, riesco sempre a fare delle capatine liguri.

Vi voglio segnalare un po' di posticini se capitate ad Alassio o dintorni, dove mangiare o bere in tranquillità qualcosa.

Comincio con i classici baci di Alassio, non si può andar via senza assaggiarne uno (prima o poi li farò, tranquilli!). I più buoni sono quelli che fa la Pasticceria San Lorenzo (i più buoni secondo me, ovvio, ma vi assicuro che prima di dire che questi sono i più buoni, ho assaggiato anche tutti gli altri fatti nelle altre pasticcerie!). Questi per me sono i più morbidi, i meno mappazzosi, anche i più costosi, ovvio, ma ne vale la pena. Dai tempi del liceo, tornavo sempre a Milano con almeno una confezione di baci della Pasticceria San Lorenzo.

Per quello che riguarda la focaccia, non mi sento di consigliare un posto in particolare. O meglio, c'è il panificio in pieno budello, quello più grande, Marchisio, che fa delle buone focacce lisce, con cipolle, cipolle e gorgonzola (provata anche questa ovviamente....!!), di Recco, ripiene con stracchino e prosciutto... Le focacce sono buone, niente da dire, ma non di quelle che ti strappi i capelli e dici "le migliori mai mangiate". Per quelle, quelle per cui dire "le migliori mai mangiate", se avete voglia di spostarvi di un paio di paesi in là verso Savona, dovete andare dai Fratelli Papa a Ceriale: sia la focaccia liscia sia quella ripiena con formaggio e prosciutto sono indubbiamente le migliori da me mai mangiate. Se passate da Ceriale, già che ci siete, fate anche scorta di ravioli, trofie, pesto e salsa di noci al Raviolificio San Giorgio, merita davvero.

Passiamo al pranzo o cena. Se volete mangiare una buona pizza spendendo anche poco, ma rigorosamente prenotando, potete andare alla Pizzeria U Recantu, che si trova sul lungomare, subito dopo la Pasticceria San Lorenzo. Lì a fianco c'è un altro buon posto, Il Veliero Amabile, ristorante dove troverete sempre ottimi piatti, anche originali, a base di pesce fresco (segnalo i calamari grigliati su crema di patate violette).

Di fianco al Veliero Amabile, c'è il bistrot dei miei sogni, quello che vorrei tanto avere e dove vorrei tanto lavorare ogni giorno! Parlo del BarLume, un vero gioiellino, dove anche se affollato riesci a cogliere tranquillità. Qui ci potete venire per fare un aperitivo con un buon calice di Vermentino ligure o di Pigato, oppure per un dopo cena in riva al mare.

Proseguendo dopo il BarLume in direzione Laigueglia, trovate un altro bel localino, l'Osteria Mezzaluna, dove anche qui vi conviene prenotare con largo anticipo se volete cenare. Se invece volete solo bere una sangria dopo cena, dovete incrociare le dita e sperare di trovare posto. Il locale è trainato il venerdì, il sabato e la domenica dai Fratelli Rizzo, musicisti alassini, all'incirca sulla sessantina/settantina, che intrattengono suonando musica dal vivo, pezzi storici della canzone italiana (Battisti, De Gregori...) e brani musicali. Il fratello più grande, Guido, è un vero genio della chitarra ed ha anche composto delle colonne sonore per alcuni spaghetti western dei tempi.

Se avete voglia di fare un giro nell'entroterra, vi consiglio di fare un salto a Zuccarello, borgo Medievale. Nel mentre approfittatene per andare a cena all'Usteria du Burgo, la classica osteria dove si mangia abbondantemente solo quello che viene preparato in giornata, leccandosi alla fine i baffi. Se vi siedete con parecchio spazio nello stomaco e se vi piacciono, ordinate i ravioli al sugo di noci (di solito non mancano mai)...

giovedì 18 marzo 2010

Cookies alle pepite di cioccolato

Non posso credere di averli fatti... non posso credere di avere cucinato 20 biscotti con 120 g di burro!! Non sono più io, fino a stamattina non mi sarebbe passato proprio per la testa di fare dei biscotti così tanto burrosi, ma ora che li ho fatti e, soprattutto, che li ho mangiati dico: chissenefrega!! E la prossima volta li rifarò, o perlomeno rifarò dei biscotti così burrosi, se poi sono così buoni... Se uno deve fare le cose fatte bene le deve fare fino in fondo, giusto? E poi il mio umore bramava proprio dei succulenti cookies burrosi, visto che sono a casa da due settimane con un poco simpatico collare ed un sacco di dolori alla schiena (un incidente proprio mentre andavo dalla Linda a cucinare!)...
Ma tornando a noi e ai nostri cookies, vi dicevo, sono davvero soddisfacenti e rapidi da preparare e da cuocere. Vi dico solo che in cucina aleggia ancora un profumino di burro... Lo ripeto per autoconvincimento: chissenefrega!!

Ingredienti (per 20 cookies)
120 g di burro a pomata
90 g di zucchero di canna
2 pizzichi di fior di sale
1 uovo
150 g di farina
100g di pepite di cioccolato
Preparazione
Una volta ammorbidito il burro a temperatura ambiente, lavoratelo a crema insieme allo zucchero di canna ed ai pizzichi di fior di sale, aiutandovi con una spatola.
Aggiungente l'uovo precendentemente sbattuto ed amalgamate. Infine, unite la farina setacciata a poco a poco e per ultime le pepite di cioccolato.
Riscaladate il forno a 180°. Intanto disponete in una teglia rivestita con un foglio di carta da forno dei mucchietti di impasto aiutandovi con un cucchiaino (la dimensione poi decidetela voi, se volete dei cookies belli grandi fate mucchietti più grossi, io ho fatto dei mucchietti in funzione di quanto impasto rientrava in un cucchiaino). Dopo aver fatto i mucchietti, appiattiteli un poco con il dorso del cucchiaino. Mi raccomando a distanziare per bene i mucchietti di impasto, in forno si dilateranno, e se li disponete troppo attaccati gli uni agli altri si attaccheranno. Infornate e cuocete per 15 minuti circa. Sfornate e trasferite subito i biscotti con l'aiuto di una spatola su una griglia per farli raffreddare. Se resistete, fateli intiepidire prima di divorarli...

Zuppa di cipolle

Se vogliamo essere più raffinati, la possiamo anche chiamare alla francese, soupe à l'oignon... Ma la sostanza non cambia, anzi, sì, cambia perchè questa è ricetta è molto più succulenta e meno brodosa di quella che viene propinata nei bistrot francesi! Vi riporterò la ricetta per quattro persone, anche se in casa mia, neanche a dirlo, quando la faccio, la mangiamo solo io e mia mamma, gli altri due delicatini e palati raffinati (raffinati per modo di dire), alias padre e fratello, non vogliono sentirne nemmeno il profumo (e che profumo!!).

Ingredienti (per 4 persone)
600g di cipolle dorate
50 g di burro
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di zucchero
1500 ml di brodo vegetale
30 g di farina
sale q.b.
pepe q.b.
100 g formaggio tipo gruviera o se non vi piace tipo stelvio o malaga
parmigiano q.b.

Preparazione
Fate scaldare in un recipiente l'acqua con il dado vegetale per ottenere il brodo.
Mondate le cipolle e tagliatele a fettine molto sottili (occhio a non lasciarci le dita come ho fatto io una volta!).
In una pentola fare a pezzetti il burro, versare l'olio e lo zucchero e trasferirvi dentro le cipolle affettate. Fate dorare quindi le cipolle a fuoco moderato, girando spesso con un cucchiaio di legno per non farle attaccare. Quindi, unite la farina ed amalgamatela per bene alle cipolle, versate il brodo, salate, pepate, date una rimestolata e fate cuocere sempre a fuoco moderato per 30 minuti. Ogni tanto mescolate la zuppa per evitare che si attacchi. Nel frattempo, grattuggiate un po' di parmigiano (servirà per spolverare la zuppa in superficie), e tagliare a pezzettini il formaggio. Passata la mezzora, accendete il forno sul grill, trasferite la zuppa in 4 cocotte di terra cotta, distribuite equamente i pezzetti di formaggio in ciascuna cocotte e spolverate con il parmigiano (che crearà il bell'effetto gratinato in superficie). Infornate per 10 minuti circa, quindi sfornate e mangiate stando attenti a non ustionarvi!. Se vi va, potete anche tostare delle fette di pane casereccio o toscano ed accompagnarle alla zuppa.

mercoledì 17 marzo 2010

Madeleines al cioccolato

Ma che buone queste madeleines!! Ho fatto un veloce esperimento dimezzando le dosi previste, ne sono venute 12 e dopo cena ce ne siamo spazzolate 3 a testa... tanto sono piccine, non intaccano di certo la linea... Sarò sincera, questa ricetta l'ho copiata di nascosto l'ultima volta che sono andata in libreria e mi sono rifugiata nel reparto "cucina"... avevo trovato un libro davvero ben fatto, ma che non mi ispirava l'acquisto, aveva delle foto fin troppo asettiche, di quelle con le inqudrature dall'alto, quindi mi sono limitata a studiarmelo velocemente, fintanto che la mia attenzione non è stata catturata da questa ricetta... Sempre volendo essere sincera, nella precedente ricetta delle madeilenes al miele e fiori d'arancio c'era qualcosa che non mi sconquipperava... Ma non avevo termini di paragone, quindi a suo tempo mi erano sembrate buonissime! Ma dopo aver fatto queste, ritratto ed invito a provarle. Premetto che ovviamente mi ero trascritta sulle note del cellulare solamente gli ingredienti e non il procedimento, che mi sono bella che scordata, quindi ho preparato il tutto un po' a naso, la prossima volta provo un altro procedimento e se vengono meglio vi faccio sapere!

Ingredienti (per 24 madeleines)
100 g di burro
80 g di zucchero
2 uova
80 g di farina
40 g di miele
20 g di cacao
5 g di lievito

Preparazione
Sciogliete a bagnomaria il burro e il miele e lasciate raffreddare.
Intanto sbattete per bene le uova con lo zucchero, unite farina, cacao e lievito setacciati, mescolate per bene ed infine aggiungete burro e miele sciolti e raffreddati amalgamando il tutto. Coprite la ciotola dell'impasto con della pellicola e lasciatelo riposare in frigo per mezzora (sfatato il mito della notte in frigo, l'importante è che l'impasto quando viene messo in forno abbia uno shock termico dal freddo al caldo tale per cui si vada a creare la gobbetta classica da madeleine).
Passata questa mezzora, riscaldate il forno a 230° e cominciate a distribuire con il cucchiaino l'impasto nelle formine da madeleines (in alternativa, non aveste le formine apposite potete anche usare le formine da pasticcino). Infornate e controllate dopo 5/7 minuti le madeleines: si saranno gonfiate per bene andando a creare la gobbetta. Abbassate quindi il forno e fate cuocere per circa altri 5/7 minuti (sfornatele per tempo, mi raccomando, si possono brucciacchiare in un attimo!).

Buone buone, mi sono piaciute, peccato non ne siano avanzate per il giorno dopo, avrei potuto testarne la morbidezza... se qualcuno di voi le prepara e le avanza per il giorno dopo mi fa sapere come diventano??

martedì 16 marzo 2010

Risotto venere con gamberi e zucchine

Ricordatevi che l'apparenza inganna! Ammetto che a vedersi sia proprio brutto... Questo ammasso di riso nero con un qualche cosa in mezzo di indefinito... In realtà ve l'ho detto nel titolo della ricetta, in mezzo ci sono gamberi e zucchine, davvero niente di strano... Ma il riso venere è così, lascia il nero che ha all'esterno (dovete sapere che internamente invece il chicco è bianco) e colora tutti gli altri cibi che gli si aggiungono. Di questo riso bisogna anche segnalare che, trattandosi di un semifino nella categoria dei risi , ha bisogno di molto più tempo per cuocere. Fatte tutte queste simpatiche premesse, quello che vi voglio però dire è: NON FATEVI SCORAGGIARE!! Il riso venere è buonissimo, davvero saporito, per cui vi invito a provarlo nel caso in cui non l'aveste ancora assaggiato.

Ingredienti (per 4 persone)
250 g di riso venere
200 g di gamberetti
2 zucchine
800 ml di brodo vegetale
1 scalogno
sale q.b.
vino bianco q.b.
una noce di burro

Preparazione
Fate a fettine sottili un piccolo scalogno e nella pentola a pressione fatelo dorare nell'olio , sempre mescolando con un cucchiaio di legno. Aggiungete il riso con un 2/3 grammi di sale grosso, fatelo tostare, sfumatelo con il vino bianco, aggiungete il brodo precedentemente preparato (acqua riscaldata in un pentolino con un dado vegetale), girate un'ultima volta e chiudete la pentola a pressione. Dal fiscio della pentola, abbassate fiamma e aspettate 30 minuti.
Intanto pulite i gamberetti (se preferite, potete anche usare quelli surgelati), e tagliate le zucchine a listarelle sottili con un coltello affilato. Passata la mezzora, fate uscire il vapore dalla pentola a pressione, unite zucchine e gamberi, mescolate e rischiudete la pentola. Rialzate la fiamma, aspettate il fischio, quindi abbassate la fiamma di nuovo ed aspettate altri 10 minuti.
Passato questo tempo, fate uscire nuovamente per bene il vapore, scoperchiate la pentola a pressione, rimestate il riso e controllate se deve proseguire ulteriormente la cottura e se necessita di altro brodo (in teoria con la pentola a pressione, 40 minuti per il riso venere dovrebbero bastare e col fatto che le zucchine lasciano la loro acqua, non dovrebbe essere necessario altro brodo). Spegnete il fuoco, mantecate con una nocina di burro e servite a tavola.

lunedì 15 marzo 2010

Torta di pere con noci e cacao

E pensare che fino a poco (direi anche pochissimo) tempo fa le torte di pere non le prendevo nemmeno in considerazione. Sia chiaro, la torta di mele resta sempre in cima alla classifica delle più odiate, anche se devo ammettere che alcune mi piacciono veramente molto, ma è tutta colpa di mia mamma che me l'ha propinata per anni e anni essendo la sua preferita...
Ieri, dotata di valido aiuto cuoco, mollata in asso dal tritatutto, mi sono cimentata in questa variante del classico abbinamento pere e cioccolato. Il risultato è a dir poco strabiliante!!
La superficie croccante e friabile, l'interno morbidissimo...
Ovviamente non abbiamo aspettato che si raffreddasse per attaccarla ;-)

220 g di farina
220 g di zucchero
150 g di burro
2 uova
1 bustina di lievito
8-10 noci
1 cucchiaio di cacao amaro
1 pera kaiser (non troppo matura)

In una terrina unite farina zucchero e lievito. Al composto secco aggiungete il burro fuso e intiepidito. Quando il burro è ben amalgamato unite le due uova.
Versate metà del composto al centro di una teglia rivestita di carta da forno (meglio in una teglia a cerniera) distribuendo il composto sul fondo senza livellarlo alla perfezione. Distribuite sul composto la pera tagliata a fette non troppo sottili, poi le noci tritate ed infine il cacao amaro aiutandovi con un colino. Versare l'altra metà del composto al centro e distribuire leggermente. Non dovete coprire tutta la frutta perché cuocendo l'impasto si uniformerà da solo. Cuocete in forno per 40 minuti a 170° e aspettate che si raffreddi prima di toglierla dalla teglia (facoltativo, se non sapete resistere... )

sabato 13 marzo 2010

Zuppa di orzo perlato




Anche se oggi è stata una meravigliosa giornata di sole, purtroppo non possiamo ancora dire di esserci lasciati l'inverno alle spalle e infatti oggi avevo voglia di una bella zuppa. Frugando nella dispensa e nel frigo in realtà ho trovato solo il minimo indispensabile, ma il risultato è stato impeccabile.
Le zuppe non sono propriamente rapide da fare ma non sono nemmeno difficili.

Ingredienti (per 5/6 persone)
250 gr. di orzo perlato
1,5 l d'acqua
2 patate di medie dimensioni
1 carota
1 zucchina
1/2 mezza cipolla
olio extra vergine d'oliva
sale grosso

Fare una dadolata, più o meno fine a seconda dei gusti, con tutte le verdure e cuocerle 2 o 3 minuti nella pentola con un poco d'olio. Aggiungere 1 litro di acqua, l'orzo precedentemente sciacquato e il sale grosso (io ne ho messo un cucchiaino colmo, meglio non esagerare e controllare a fine cottura il sapore) e portare a ebollizione. Continuare la cottura a fuoco moderato per una mezz'oretta. Servire e condire con un filo d'olio crudo.

venerdì 12 marzo 2010

Crostata con crema e gocce di cioccolato


Come vi anticipavo, questa crostata è sorella di quella precedentemente postata con crema e marron glacé. Molto sfiziosa devo dire.

Ingredienti
frolla (la ricetta qui)
crema pasticcera (la ricetta qui)
100 g circa di gocce di cioccolato

Preparazione
Una volta preparata la frolla e fatta la cottura cieca come indicato per la crostata con i marron glacé (potete trovare il procedimento qui), riempite la crostata con la crema pasticcera (tranne un pochino) raffreddata a dovere a cui avrete aggiunto e mischiato le gocce di cioccolato. Ricoprite con la poca crema pasticcera tenuta da parte il ripieno in modo da creare una superificie liscia dove non si andranno a vedere le gocce di cioccolato che ci sono sotto (ma questa è solo una questione di estetica). Guarnite infine ordinatamente la superificie con piccole gocce di cioccolato, e ripassate la crostata in forno già caldo a 180° per circa 5 minuti, giusto il tempo che il cioccolato si sciolga andandosi a legare bene alla crema.

giovedì 11 marzo 2010

Crostata con crema e marron glacé


Domenica scorsa avevo deciso che avrei preparato una crostata di quelle belle caloriche. Se le cose vanno fatte, bisogna farle bene, giusto? E quindi, avevo decretato crema e marron glacé, per la gioia di mia mamma, che ne va matta. In famiglia purtroppo c'è sempre chi non apprezza qualcosa, in questo caso i marron glacé (cosa di cui proprio non mi capacito...) e quindi ho dovuto pensare ad un'alternativa anche per padre e fratello, andando a preparare due crostate piccole con cottura cieca (cioè senza ripieno). Ma la seconda crostata la vedremo la prossima volta.

Ingredienti
frolla (la ricetta la trovate qui)
7 marron glacé

Per la crema pasticcera
1/2 litro di latte
6 cucchiaini di zucchero
2 cucchiai di farina
mezza bacca di vaniglia
1 tuorlo

Preparazione
Preparate al solito la frolla (nel link che vi ho indicato tra gli ingredienti trovate anche il procedimento). Fatela riposare una mezzora, quindi stendetela nella tortiera, bucherellatela per bene con una forchetta e rimettetela in frigo un'altra mezzora, in modo che la pasta si adatti per bene alla forma della tortiera e si gonfi meno in forno.
Fate quindi cuocere in forno già caldo la crostata a 180° per circa un quindici/venti minuti. Tenetela d'occhio, basta dimenticarsela un attimo per farla cuocere troppo.
Preparate la crema. In un pentolino, riscaldate il latte con la mezza bacca incisa e raschiata di vaniglia. Intanto, in un altro pentolino sbattete tuorlo e zucchero con un frustino a mano fino a che il composto non diventi bello chiaro. A quel punto, aggiungete il primo cucchiaio colmo di farina, passata prima al setaccio, ed amalgamate per bene, non devono esserci grumi. Togliete il latte ormai bollente dal fuoco, aggiungete un piccolo goccio di latte per stemperare il composto, ed unite quindi il secondo cucchiaio colmo di farina setacciata. Mescolate per bene con il frustino a mano, cercando di andare ad evitare la formazione di grumi: l'aggiunta di quel goccino di latte prima di versare il secondo cucchiaio di farina vi agevola notevolmente il compito. A questo punto, facendolo passare da un colino per eliminare i residui di vaniglia, versate nel pentolino con tuorlo,zucchero e farina il rimanente latte, a poco a poco, continuando a girare. Nonostante andrete ad utilizzare il colino, sappiate che rimarranno comunque dei puntini della vaniglia nella crema. Mettete quindi il pentolino con la crema sul fuoco e continuate a girare, fintanto che la crema non si addenserà (questo momento solitamente corrisponde all'inizio dell'ebollizione).
Una volta pronta la crema, trasferitela in una ciotola per farla raffreddare più in fretta e copritela con della pellicola per evitare che si vada a formare la pellicina.
Una volta raffreddata la crema, spezzettate 6 marron glacé, amalamateli alla crema, versatela nella vostra crostata e guarnitela con un marron glacé intero in mezzo!

mercoledì 10 marzo 2010

Risotto arance e rosmarino


Questo risotto è superlativo, la prossima volta magari proverò a farlo con il limone, anche se dubito fortemente che batterà il sapore dell'accoppiatta vincente arancio&rosmarino.
Trattasi di uno dei risotti che fa mia mamma - non so se ve l'ho mai detto, ma mia mamma è davvero imbattibile nel fare i risuttin -, e quest'ultima volta, per poterlo postare l'ho fatto io con le sue indicazioni.
Ingredienti (per 4 persone)
280 g di riso carnaroli
2 arance rosse biologiche
2 rametti di rosmarino
800 ml di brodo vegetale
una noce di burro
un paio di cucchiai di parmigiano reggiano
sale q.b.
vino bianco q.b.
Preparazione
In un padellino, riscaldate per un tre/quattro minuti l'olio, che servirà poi per tostare il riso, con i rametti di rosmarino, in modo che per l'appunto l'olio ne assorba l'aroma. Togliete il rosmarino, ma non buttatelo, tenetelo da parte. Trasferite l'olio nella pentola a pressione, lasciatelo riscaldare a fiamma accesa ancora un po', quindi versateci dentro il riso con il sale per farlo tostare. A questo punto, sfumate con vino bianco. Ricordatevi sempre di mescolare con un mestolo di legno, sennò il riso si attacca. Aggiungete il brodo (che avrete in precedenza preparato riscaldando l'acqua con il dado vegetale in un pentolino), rigirate un'ultima volta, chiudete la pentola a pressione e aspettate che fischi. Al fischio, abbassate la fiamma, ed aspettate 9 minuti. Nel frattempo, lavate per bene le arance, grattuggiatene la scorza (senza andare a raschiare però la parte bianca della buccia che è amara) e spremetene il succo. Passato questo tempo, fate uscire il vapore dalla pentola pressione, scoperchiatela, aggiungete la scorza delle arance grattuggiata, e terminate la cottura del riso versando a poco a poco il succo dell'arancia (non è detto che serva tutto, dipende dalla grandezza delle arance, il succo serve per terminare la cottura del riso, potrebbe avanzarne un pochino, non versatelo a tutti i costi tutto, rischiate che il risotto diventi troppo brodoso). Un minuto prima che il risotto termini la cottura, aggiungete gli aghi dei rametti di rosmarino che avete tenuto da parte. Quindi spegnete il fuoco, unite la noce di burro e il parmigiano e mantecate delicatamente. Il risotto è così pronto.

martedì 9 marzo 2010

Fuorisalone del mobile

Vorremmo segnalarvi un'opportunità, che sicuramente gli appassionati della buona cucina che vivono nei dintorni di Milano o che durante il salone del mobile saranno di passaggio apprezzeranno...

In occasione del lancio di Robust Collection, la nuova generazione di piccoli elettrodomestici da cucina, Philips avrà il piacere di ospitare all’interno di un’area lounge, appositamente creata per il Fuorisalone, il ristorante D’O di Davide Oldani, che aprirà eccezionalmente le sue porte a Milano per tutta la durata dell’evento.

Robust Collection Lounge & Temporary D’O sarà, per ogni “foodies”, il paradiso in cui deliziare il palato con le sorprendenti ricette POP dello chef Davide Oldani. Ma non solo. In questo spazio di design, sarà possibile scoprire quanto sia facile cucinare e ottenere sempre eccellenti risultati con gli strumenti giusti e qualche piccolo ma prezioso suggerimento.

Robust Collection Lounge & Temporary D’O sarà aperta dal 14 al 19 aprile presso lo Spazio Galvanotecnica Bugatti in Via Gaspare Bugatti, 7.
Il ristorante sarà aperto a pranzo e cena: info e prenotazioni 3404830312 (il numero sarà attivo dal 22 febbraio dalle ore 10.00 alle ore 12.00)
C'è ancora molta disponibilità, ma se siete interessati affrettatevi perchè i posti sono limitati! ...Noi ci saremo :-)

Torta agli amaretti



Tempo fa avevo comprato un enorme sacchetto di amaretti con l'intenzione di farci i ravioli di zucca, poi tra una cosa e l'altra i ravioli non li ho più fatti e gli amaretti sono rimasti la. Ovviamente si fa per dire, perchè io adoro gli amaretti e li mangio anche da soli, ma il sacchetto era veramente grande!! Così un giorno, mentre stavo riordinando la cartelletta delle ricette da provare ho trovato la ricetta di una torta con gli amaretti e mi sono lasciata ispirare...

Ingredienti:
4 uova intere più un tuorlo
150 g di amaretti tritati finemente
200 g di zucchero
160 g di fecola
120 g di farina
80 g di burro fuso
1/2 bustina di lievito
40 g di liquore all'amaretto (facoltativo)

In una ciotola montate le uova e i tuorli con lo zucchero. Quando il composto è diventato spumoso unite il burro fuso, che avrete lasciato intiepidire.
Unite al composto la farina, la fecola e il lievito setacciate, gli amaretti sbriciolati e aromatizzate con il liquore (io non l'ho messo).
Versate il composto in una teglia a cerniera imburrata o rivestita con della carta da forno e cuocete in forno a 180° per 35 minuti circa.
Dopo aver verificato la cottura, sfornate la torta e lasciatela raffreddare su una gratella.

sabato 6 marzo 2010

Crema di zucca e carote

Il mio caro amico Dino, che ha appena comperato ben due pentole a pressione, sarà contento di trovare un'altra ricetta che ne preveda l'utilizzo. Dino, lo so che non ti piace la verdura, ma ogni tanto fa bene e questa crema è talmente delicata che non sa tanto tanto di ortaggio, fidati!

Purtroppo la foto non le rende giustizia, l'ho scattata in fretta e furia perchè avevo una gran fame e non vedevo l'ora di mangiarla!

Ingredienti (per 4 persone)
1 zucca piccola
4 carote
50 g di ricotta fresca
sale q.b.

Preparazione
Pulire zucca e carote e farne una dadolata, che andrete a trasferire nella pentola a pressione con il sale e l'acqua (idealmente l'acqua deve arrivare a metà della dadolata e non ricoprirla del tutto).
Chiudere per bene la pentola a pressione, accendere il fuoco, aspettare il fischio della pentola, abbassare il fuoco e fare cuocere per 15 minuti. Passato questo tempo, spegnere il fuoco, far uscire completamente il vapore dalla valvola e quindi aprire la pentola.
Con un minipinner, frullare la dadolata ora ben ammorbita. Aggiungere a questo punto la ricottina, rifrullare per bene e la crema è servita!
Davvero, è molto semplice da preparare, buonissima da mangiare, a vostro piacere potete anche aggiungere un filo di olio extravergine fine preparazione, ma secondo me non è necessario, anzi, in questo modo la crema diventa ancora più dietetica, le calorie sono solo quelle della ricottina.

Se avete piacere, potete accompagnarla con dei crostini.

venerdì 5 marzo 2010

Yogurt gelato ai lamponi



Ragazzi, ma avete visto che sole meraviglioso c'era oggi?? A Milano, per lo meno, c'era un bellissimo cielo azzurro e splendeva il sole!
Sarà che guardare il mondo dalla finestra dell'ufficio ti fa dimenticare che fuori fa ancora freddo, sarà che stamattina Fabio Volo voleva festeggiare la primavera in arrivo...ma io mi sono scombussolata!!
Mi è venuta voglia di qualcosa di fresco, di leggero, di primaverile...e mi è tornato in mente un dessert visto tempo fa su non so più quale rivista e ve lo propongo rivisitato.
Tra l'altro questa ricetta è l'ideale anche per chi non ama particolarmente cucinare...

Ingredienti (per 4 persone):
400 g di yogurt bianco intero
200 g di lamponi
4 cucchiaini di zucchero
4/6 pistacchi

Lavate i lamponi tamponandoli delicatamente con un canovaccio e tenete da parte i più belli (una ventina) per guarnire.
In una terrina amalgamare delicatamente lo yogurt, lo zucchero e i lamponi ridotti in pezzetti. Versare la crema in 4 coppe e guarnire con i lamponi tenuti da parte e la granella di pistacchi. Riporre nel congelatore per due o tre ore prima di servire.

giovedì 4 marzo 2010

Melighe

Mi piacciono proprio queste melighe, anche se non sono ugualissime a quelle che compro da Eataly! Anche perchè in quelle ci vanno 10 uova e a me non passa nemmeno per l'anticamera del cervello di fare dei biscotti con 10 uova...

Mi faccio un appunto per la prossima volta che le farò, perchè pur avendo utilizzato la mia amica siringa con beccuccio ondulato per farle venire "classiche", durante la cottura le ondine sono praticamente sparite! Quindi mi chiedo anche cosa sarebbe successo se avessi messo un po' di lievito... se al prossimo esperimento verranno esteticamente come sperato, le potrò portare da assaggiare alla Gaia!

Ingredienti
310 g di farina di mais (fioretto)
70 g di burro
100 ml di olio di semi
155 g di zucchero
2 uova
1 tuorlo
la buccia grattuggiata di un limone
1 pizzico di sale

Preparazione
Mischiare tutti gli ingredienti con una frusta a mano fino a che il composto non diventa bello omogeneo.
Con l'aiuto di una siringa, su carta da forno, distribuire l'impasto a chiocciolina (tanti cerchi uno dentro l'altro), ciascuna distanziata per bene dalle altre.
Infornare in forno già caldo a 200° per 20 minuti circa.

Sì sì, mi piacciono, poi come accompagnamento al caffè sono ottime...
Ma questa cosa delle ondine sulle melighe che non sono rimaste non mi va proprio giù...

martedì 2 marzo 2010

and the winner is....

La ricetta di Cristina!!!

Treccia e nodini di pane integrale

Premetto che la scelta non è stata facilissima, ma la velocità di preparazione di questo pane è incredibile: io (Linda) l'ho preparato (dimezzando le dosi) ieri sera per consumarlo a cena e gli ospiti hanno particolarmente apprezzato il risultato :-)

Ingredienti:

200 gr di farina integrale
300 gr di farina Manitoba
20 gr di lievito di birra
300-330 gr d’acqua (dipende quanta ne assorbe la farina)
5 gr zucchero10 gr sale
(si possono aggiungere all’impasto semi di girasole spezzettati , noci a pezzetti, olive nere a pezzettini)

Procedimento:

Sciogliere il lievito con lo zucchero in 300 gr di acqua tiepida , lasciar riposare per 5 minuti.Nel frattempo miscelare le due farine, unirvi l’acqua con il lievito ed impastare per una decina di minuti , eventualmente unire il resto dell’acqua. Unire il sale ed impastare per altri dieci minuti.Mettere in una ciotola e lasciare lievitare per un‘ora o fino a che è più che raddoppiato.Lavorare brevemente l’impasto e spezzarlo in panetti da 70-80 gr l’uno. Arrotolare ogni panetto formando dei filoncini e con tre filoncini creare una treccia , per i nodini basta annodare ogni filoncino.Lasciar lievitare per un’ora , un’ora e mezza e poi infornare a forno caldo a 200 ° per i primi 3-4 minuti , poi abbassare a 180 ° per i nodini per altri 16 minuti , per la treccia altri 20-22 minuti.Poco prima di infornare il pane mettere nel forno una teglia con del ghiaccio in modo da creare l’umidità necessaria per tenere il pane morbido.Non diventa scuro , è facile e veloce da fare e da’ la giusta soddisfazione a chi lo prepara.

lunedì 1 marzo 2010

Per un inizio soft ... Madeleines al miele di lavanda



Da quando Paola mi ha regalato a sorpresa lo stampo per Madeleines aspettavo l'occasione giusta per testarlo... ieri l'occasione non è arrivata ma mi sono stufata di aspettare :-P e ho provato la ricetta postata qui da Paola qualche mese fa.

Ingredienti (per 9 Madeleines):

60g di farina
1 uovo
50g di burro
2 cucchiai di miele di lavanda
15g di zucchero
1/2 cucchiaino di lievito
1 pizzicone di sale

Sul procedimento sono stata un po' meno diligente....
In una terrina sbattere con una frusta l'uovo con lo zucchero e il sale. Quando i componenti sono ben amalgamati tra loro aggiungere il burro fuso e fatto raffreddare e il miele (utilizzando un miele molto morbido non è stato necessario scioglierlo nel burro). Aggiungere la farina setacciata con il lievito e amalgamare.
Riempire gli stampi e riporli in frigo per raffreddare l'impasto e ottenere lo shock termico che fa sviluppare la gobbetta (per dettagli vi rimando sempre qui).
Sul raffreddamento confermo la teoria di Paola: sarà che il mio frigorifero da grande avrebbe voluto fare il freezer, ma un'ora è stata sufficiente!!
Mi resta invece un dubbio sul riempimento degli stampini: io ho distribuito equamente il composto con l'aiuto di un cucchiaino, ma andrebbe livellato o no?